venerdì 18 novembre 2011

Esercitazione: confronto tra Adams, Fontana e Meyerowitz

Ansel Adams




I paesaggi in bianco e nero di Ansel Adams (1902 – 1984) sono un capolavoro non solo per la loro bellezza e senso di eternità che trasmettono ma anche da un punto di vista puramente tecnico.

Canyon de Chelly, national Monument, Arizona, 1942


Le montagne del  Yosemite National Park, i canyon del Grand Canyon National Park , o i deserti e fiumi di molti Parchi Nazionali americani dove Adams era solito fotografare, sono stati immortalati su grandi lastre, con grande riguardo non solo alla preparazione del materiale fotosensibile, ma soprattuto allo sviluppo della fotografia.
Le fotografie di Adams sono ovviamente trasposizione in bianco e nero della realtà attraverso il mezzo fotografico ma con una nota:
è stato infatti Adams ad aver teorizzato il cosidetto “Sistema Zonale”, tecnica con la quale le diverse zone  della lastra venivano sottoposte a uno sviluppo differenziato per controllare il tipo di grigio e quindi scegliere il tono più adatto a sucitare certe emozioni nell’osservatore della fotografia.
Adams a tal proposito disse: "E’ importante rendersi conto che tanto la fotografia espressiva (detta anche creativa) quanto quella di documentazione non sono in rapporto diretto con quello che noi chiamiamo realtà. Noi, senza percepire determinati valori del soggetto cerchiammo di duplicarlo sulla stampa. Se lo desideriamo, possiamo simulare l’apparenza in termini di valori di densità riflessa, oppure possiamo restituirlo ricorrendo ad altri valori, basati sull’impatto emotivo".


Sand Dunes, Sunrise, Death Valley National Monument, California, 1948

I paesaggi di Ansel Adams hanno sempre come protagonista la natura, ripresa spesso da un punto di vista panoramico per elogiarne la maestosità, sono ad alto contrasto e nessun dettaglio è tralasciato (Adams è stato infatti tra i fondatori del Gruppo f/64, insieme di fotografi che prelidigeva scattare con il più alto numero f in modo da ottenere foto con profondità di campo estesa).

Monolith,  the Face of Half Dome, Yosemite National Park, California, 1927



Franco Fontana






Franco Fontana (1933), è considerato uno degli “inventori” della fotografia a colori.
Franco Fontana, Basilicata, Italia, 1987

I paesaggi di Fontana sembrano luoghi sì fisici ma senza nome geografico, al limite tra realtà e astrazione.

L’uso sapiente del colore saturo e della composizione fotografica rende i suoi scatti unici: i paesaggi sono un armonioso insieme di forme essenziali, delineate a volte da linee morbide, a volte da linee fortemente geometriche; ogni porzione di foto ha un suo proprio colore, che da’ carattere, luce e contrasto allo scatto.


Franco Fontana, Basilicata, Italy, 1981




Joel
Meyerowitz



Joel Meyerowitz (1938) è stato tra i primi fotografi ad usare il colore.
I suoi paesaggi hanno sempre qualche elemento umano; sono prevalentemente urbani.




Fallen man, Paris 1967
In città si comporta come uno "street photographer": la tecnica passa in secondo piano: la parte su cui Meyerowitz vuole dare importanza è l'azione spontanea della gente.

Empire state building in fog, New York City, 1976